OLIMPIA SANT'ANTIOCO: LA NOSTRA STORIA

Alla fine degli anni 60 nasce l’Olimpia,grazie a una idea dell’amatissimo pretore Dr.Tonino Polo aiutato da diverse persone che hanno creduto in lui. Dr.Polo non è più tra noi da qualche anno,ha raggiunto alcuni dei suoi amici e collaboratori che pur ancora giovani ci hanno lasciato(M.Deidda,A.Matzeu,I.Pala).L’idea era quella di radunare in strutture organizzate e accoglienti quelle enormi schiere di ragazzi che giocavano per strada,senza una guida,e che non avevano spazio nelle grosse società. Nacque dunque come polisportiva,dove si praticavano calcio,atletica e pallavolo. Negli anni a seguire pur raggiungendo risultati lusinghieri nell’atletica vincendo il titolo regionale “ragazzi” per merito di Piero Raspa,e buone capacità di reclutamento nel calcio,viene fuori la grande vocazione pallavolistica della società. Molti dei fondatori e degli allora giocatori sono ancora presenti nel mondo sportivo antiochense e alcuni sono dirigenti o tecnici nella pallavolo.

Molte vicissitudini hanno accompagnato l’Olimpia in questi oltre trent’anni di storia,momenti di gloria ma,anche di delusione e tristezza,attimi di splendore a livello nazionale seguiti da lunghe agonie,causate in entrambi i casi da avventate e maldestre gestioni dirigenziali,però mai nessuno è riuscito a far sparire una realtà sportiva e sociale cosi profondamente radicata nel tessuto di una intera città se non di tutto un territorio.

La storia ci ricorda le tappe più importanti:il primo salto in un campionato nazionale è datato 1979/80,promozione in serie C,con la squadra guidata dal tecnico Ciro Tramonte che ha il coraggio e il merito di far giocare molti giovani e giovanissimi(età media 18 anni!). Non bisogna però dimenticare gli anni precedenti dove la squadra partita dalla terza divisione arriva al massimo campionato regionale grazie all’apporto di allenatori appassionati e preparati come il prof. L. Locci,Brunello Vacca e Angelo Gaviano.

La promozione e il successivo campionato in seri C nazionale si ricorda con piacere perché corrisponde alla inaugurazione del nuovo e primo palazzetto dello sport a S.Antioco;soltanto la prima partita si gioca al campo delle scuole elementari di via Virgilio contro la Fortitudo Roma dove milita fra gli altri un giovane Jacopo Volpi, oggi direttore della TGS RAI.

Alterne vicende portano l’Olimpia a sfiorare diverse volte la promozione in serie B,fra queste  l’indimenticabile spareggio contro la Scavolini Pesaro perso alla terza partita ,squadra guidata in campo dal fortissimo schiacciatore bulgaro Emil Trenev oggi allenatore dell’Arborea. Era la stagione 83/84 e in panchina sedeva il cagliaritano Chico Moroni alla sua seconda stagione a S.Antioco,in campo oltre al sottoscritto e gli altri locali Lai,Longu,Pinna ,Serra e Sabbatino si alternavano i” cagliaritani” Del Pin,Melis,Sanjust,Cadelano e l’”oriundo” Boy.

La stagione successiva la Società guidata da Nino Locci forse delusa dalla mancata promozione cambia registro,via gli “strangers”e carta bianca agli indigeni a cominciare dalla conduzione tecnica dove arriva Angelo Mocci,tutti antiochensi doc i giocatori a eccezione di Esposito e Manca rispettivamente di Carbonia e Gonnesa.Giusto il tempo di un campionato di rodaggio e nell’85/86 si fa il leggendario salto in serie B,dopo aver guadagnato l’accesso alla poule promozione con la vittoria nella stagione regolare,ancora viva nella memoria l’ultima partita in casa contro il De Coubertin Roma,palazzetto incorniciato da in pubblico foltissimo ,incredibile e indimenticabile.

La B è dura,bisogna rinforzarsi,e per farlo occorre volgere lo sguardo oltre Tirreno da dove per il primo campionato arriva Paolo Mazzini da Novara con un esperienza in A2 e diverse in B,ci salviamo all’ultima giornata vincendo 3-1 contro il Massa e per il sottoscritto l’ultimo campionato da giocatore,il 20 dicembre contro il Livorno mi salta definitivamente il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Ma la vita continua e anche lo spettacolo deve continuare, almeno per gli altri;altri campionati,la suddivisione della serie B in B1 e B2,l’Olimpia acquisisce il diritto a disputare la B1 piazzandosi fra le prime tre. Lo zoccolo duro della squadra è sempre composto dai giocatori locali ,i tre fratelli Lai, Sabbatino, Longu, Vespasiani, Serra, Esposito, Carboni, Dessena, Cauli, Basciu, Pinna A., Pinna L. e Cau da Oristano. Per rinforzare i ranghi si alternano nelle diverse stagioni giocatori come il romano M.Segnalini e il romagnolo C.Zanolli,il californiano Willie Wilson e i sardi Valdes e Boy(che rientra dopo stagioni a Cagliari e Oristano).Vorrei spendere una parola in più a favore di Wilson,in quanto è stato il primo straniero a giocare per la maglia di S.Antioco e penso che nel bene e nel male abbia lasciato un marchio indelebile in questo nostro mondo,sia per le sue gesta atletiche che per la sua classica”americanità”.

Dopo diversi campionati di vertice arriva la stagione 89/90,l’anno dove la storia diventa leggenda e tale rimarrà negli annali sportivi della Sardegna;per la prima volta una compagine isolana entra nell’elite del volley nazionale,è promozione in A2 dopo un testa a testa durato sette mesi con Sestese e Ferrara,ed è proprio contro quest’ultima che il 28/aprile/1990 ci si gioca la promozione,con S.Antioco e Sestese a pari punti(34),il risultato per la cronaca recita 3-1 per l’Olimpia. Credo che sia una delle poche partite se non l’unica a questi livelli che sia stata trasmessa in diretta televisiva da una emittente locale per poter accontentare le centinaia di tifosi che non avrebbero trovato posto nell’ormai angusto palazzetto antiochense.La promozione di S.Antioco si inserisce perfettamente nell’inizio della scalata del volley italiano ai massimi vertici mondiali,non dimentichiamo che è in questa stagione che Julio Velasco vince il primo titolo Europeo e Mondiale alla guida della nazionale italiana. La squadra promossa è guidata in panchina dal piacentino Baldini,tecnico duro e competente che ha avuto il compito di gestire un gruppo eccezionale composto dai vari Lai, Sabbatino, Longu, Boy, Valdes, Esposito, Meletti, Lai GP, Polito, Puddu, e gli ancora giovanissimi Bonamici e Leinardi.

Non è facile programmare un campionato di serie A,bisogna avere molta fortuna nel trovare i rinforzi giusti,si pesca in Sudamerica,dal Brasile arrivano gli sconosciuti Pelè e Furtado,ma la prima stagione in A2 è salva anche grazie al loro prezioso contributo,è un campionato dove la sofferenza è l’unica compagna di viaggio,ma la retrocessione si evita arrivando quintultimi.

Il campionato 91/92 vede la società bianco-azzurra gestita da qualche anno dall’avv.Antonello Aste,prendere coraggio e allestire una squadra con nomi di esperienza per la categoria,arrivano il palleggiatore Manuel De Palma reduce da una brillante promozione in A2 con lo Sparanise,l’americano Jhon Root dopo una stagione a Falconara in A1,Stefano Pellegrini da Citta di Castello,e Cherubino Gambardella cresciuto nelle giovanili della Maxicono Parma;fu anche la stagione non proprio esaltante di un giocatore della repubblica Ceca,Peter Fiala che purtroppo non riusci a integrarsi nella difficile scuola della pallavolo italiana.Dopo poche partite Carlo Baldini viene esonerato per manifesta incompatibilità con la squadra,e dal Brasile arriva Radames Filho Lattari grande amico di Bebeto allenatore di Parma e in seguito della Nazionale azzurra;Lattari trasforma un gruppo che aveva perso fiducia nelle proprie capacità in una corazzata inaffondabile,e dall’ultimo posto si finisce il campionato all’ottavo.

La stagione successiva si compie un ulteriore sforzo economico facendo arrivare in terra sarda lo svedese Peter Tolse,reduce da un deludente campionato in A1 con il Mantova.Si continua a migliorare,il piazzamento finale vede soltanto cinque squadre davanti all’Olimpia,si partecipa anche all’Italian Open un torneo voluto dalla Lega per colmare il vuoto agonistico fra la fine del campionato,il periodo estivo e l’inizio della preparazione alla stagione successiva,anche qui si arriva alle semifinali.

Nel 93/94 il dinamico D.S. Baliello rivoluziona tutto,partono Tolse,Root,Pellegrini e Gambardella,arrivano il secondo palleggiatore Gustinelli da Città di Castello,il centrale Baldi dal Brescia,lo schiacciatore Esteban De Palma(fratello di Manuel),l’altro schiacciatore Krystof Stelmach da Reggio Emilia,e dall’Unicaja(Spagna) l’opposto Rafael Pascual,oltre ai giovani Babila,Stangoni,Maxia e Fantelli utili alla formazione della Junior League.Intanto,particolare non insignificante questa è la seconda stagione in cui si gioca al palasport di via Rockfeller a Cagliari,nell’attesa che le promesse fatte dagli amministratori e dai politici di turno si trasformino in un nuovo palazzetto per S.Antioco.La squadra è fortissima,come si suol dire,non ce n’è per nessuno,in pochi potevano pensare all’esplosione di Pascual  e tanti rimangono sbigottiti e affascinati dalle prestazioni dello schiacciatore spagnolo,la precisione e la continuità di Stelmach sono una garanzia e una certezza,ma ancora una volta sono le braccia e la testa di Giuseppe Lai a salvare la baracca,Radames lo schiera al centro al posto di Mimmo Polito infortunatosi praticamente per tutto il campionato. L’Olimpia S.Antioco vince il campionato,è promossa in serie A1. E qui la leggenda diventa una favola,di quelle che i protagonisti di allora racconteranno sicuramente a figli e nipotini,anche per il fatto che come tutte le favole durò il tempo di un sogno. Se vogliamo cercare i responsabili di questa favola cosi breve potremmo trovarne diversi,ma non servirebbe a nessuno,la mia sensazione personale  è che qualcuno si sia divertito a rompere gli ingranaggi di una macchina quasi perfetta,non c’è stato nessuno che ha saputo o voluto sfruttare gli effetti dell’entusiasmo per la promozione,si disputa un campionato deludente sotto molti aspetti,alla fine si retrocede con solo due partite vinte;siamo in tanti a pensare e non solo col senno di poi,che se si fosse riconfermata in blocco la squadra che ha vinto l’A2,ci si sarebbe salvati dignitosamente.

L’anno successivo sono in tanti a partire,il primo è Baliello (non ci sono più vacche da mungere),che viene sostituito da Fabio Pagliara,gia Direttore Generale della Lega, Lattari torna in Brasile dove si alternerà  alla guida delle varie Nazionali,al suo posto arriva Luigi Ferlito da Catania, Rafa Pascual approda ai lidi di Cuneo attratto da un contratto niente male e da un palcoscenico più consono alle sue capacità,partono anche Selvaggi e Mantovani. Il nuovo opposto è di nazionalità lettone,arriva via Asti si chiama Simeonov.Vengono promossi nella rosa i giovani Rinoldo,Serafini e Biggio provenienti dalla C di Nanni Bellu,arrivano anch’essi da Catania l’italo-argentino Mauricio Montaruli e Maurizio Lopis.Ma Ferlito in panchina ha vita breve,troppa incomunicabilità con la truppa,viene sostituito da Xavier Kantor tecnico delle giovanili a Parma,ma forse è troppo tardi per dare lo scossone previsto,al quartultimo posto si retrocede.

Due retrocessioni consecutive fanno male,sanno tanto di fallimento,ma c’è chi non si arrende e vuole sopravvivere oltre l’anonimato della serie B,si acquistano i diritti sportivi del Torino,e il campionato 96/97 vede ancora S.Antioco ai nastri di partenza della A2

Ennesima campagna acquisti rivoluzionaria,tra le curiosità rientra in società Nino Locci che si era allontanato nel 93 per divergenze con gli altri dirigenti.Da Forli arriva il nuovo palleggiatore,l’italo-brasiliano Alexandre Della Nina,mentre l’opposto è il moscovita Sasha Yaremenko,in posto 4 una garanzia come Claudio Nardi anch’egli ex-Forlì,i centrali sono Max Russo da Modena e Luigi Mastrangelo da Cuneo via Mondovì,rientrano anche Luca Boy e Vincenzo Esposito,mentre dalla serie C vengono inseriti Scilì,Fantelli e Manca.Si disputa un ottimo campionato,il sesto posto è un piazzamento più che dignitoso,Mastrangelo si rivela uno dei più forti centrali del campionato,la stagione a S.Antioco gli fa compiere il definitivo salto di qualità,il ragazzo è maturo,tant’è che non si riesce a trattenerlo e Cuneo se lo riporta a casa da dove spiccherà il volo per la Nazionale.Ma qualche diavolo tentatore si insinua nelle menti dei dirigenti sulcitani e insieme al centrale di Cuneo partono anche Nardi e Russo,autentici mattatori della squadra.

Nessun problema,a proposito di matador arriva dalla Spagna Jesus Escobar Garrido,molti si augurano che ripeta le gesta di Rafa al quale peraltro gli deve una certa somiglianza,ma aimè,mai  speranza fu mal riposta,l’iberico arriva in Sardegna pieno di acciacchi che non gli consentono di mostrare il suo valore.I nuovi centrali sono Massimo Tomalino proveniente dal Parma e Roberto Pedone dalle giovanili di Cuneo.Kantor viene esonerato dopo quattro giornate per manifesta mancaza di tatto e soprattutto di rispetto verso i giocatori;subentra Angelo Mocci secondo allenatore dai tempi di Baldini,il sottoscritto gli fa da assistente.Se la fortuna avesse avuto una faccia,noi non l’abbiamo mai vista,la squadra è sfiduciata e demotivata,la società sbanda,i soldi non ci sono,nelle trasferte il secondo allenatore(io!) deve fare il dirigente accompagnatore,l’autista,il massaggiatore,il portapalloni. E’ retrocessione,fortemente voluta da delle persone che non amano più questa realtà,questo è l’epilogo penoso sadicamente cercato con anni di gestione senza programmi e di programmi gestiti in modo oltremodo dilettantistico. Correva la stagione 97/98.

Gli anni successivi sono quelli della ricostruzione,della rinascita,del riconquistare la fiducia degli antiochensi ai quali questa squadra era stata tolta,riconquistare credibilità.Si uniscono le forze con la VBA di Carbonia,cercando di essere forti almeno nella voglia di andare avanti,di provare a  costruire un altro ciclo senza però ricadere negli errori del passato.L’idea è quella di costituire un nucleo di atleti locali,sui quali innestare un paio di giocatori esterni,non è molto facile,le vacanze estive le trascorriamo ai telefonini tra contatti con giocatori,procuratori e dirigenti vari.Si riesce a costruire una squadra intorno agli atleti del Carbonia,ovvero i vari Garau,Murgia,Piero Lai,Vespasiani,Sulis,Leinardi,Parzeu,Atzori,Giuseppe Lai dall’Olimpia insieme ai giovani Aversano e Ghisu e  al piccolo Giacomo Cabras,i due innesti stranieri sono lo schiacciatore italo-argentino Jorge Siracusa e il centrale catanese Alessandro Escher;una squadra fatta sicuramente con gli spiccioli,sulla carta inferiore a tante,ma che non ha avuto nessun rimpianto quando alla fine la classifica la retrocedeva con 35 punti,unica squadra in tutti i gironi di B.Nessun rimpianto perché se si eccettua la trasferta di S.Marino,tutte le partite sono state giocate alla morte,con il cuore in mano e il coltello fra i denti,io penso che quella sia la squadra da me allenata nella mia non breve carriera con il carattere più forte di tutte,con la mentalità più giusta.Comunque si retrocede,anche se le voci di un ripescaggio sono sempre più insistenti.Alla faccia del ripescaggio,non fidarsi è sempre la migliore filosofia,cosi si acquistano i diritti e il 99/2000 parla ancora B1 per S.Antioco.

La società mi accorda la sua fiducia,la presidenza è affidata all’imprenditore Gianni Carboni.Partono Siracusa e Escher i quali vengono sostituiti da Luca Meletti e Alessio Torelli,anche A.Atzori rinuncia per motivi di studio.Sulla carta la squadra è sicuramente più pesante,ma la fortuna ancora una volta passa per un’altra strada,infortuni e malanni vari decimano la squadra,per circa due mesi riesco ad avere a disposizione sette,otto giocatori,ci si allena malissimo,gli stimoli cominciano a venire meno,e la società mi comunica telefonicamente(che pasticcioni!) che è meglio cambiare timoniere,la classifica dice quint’ultimo posto a quattro punti dalla zona retrocessione,però qualcuno voleva i play-off.Siamo ormai ai primi di marzo,anche Cesare venne accoltellato alle idi di Marzo,coraggio!Comunque la squadra alla fine si salva pur continuando a soffrire,e Angelo Mocci chiamato a sostituirmi non ha un compito molto gradevole,anche per lui non mancano i problemi se è vero che la squadra si classifica sempre al quintultimo posto con un solo punto di vantaggio sulla quartultima.

Il  campionato 2000/01 la VBA Olimpia decide di cambiare regista,arrivano agli ordini di Mocci due nuovi palleggiatori,Marco Tiddia di proprietà del Cagliari e Massimo Caratelli ultimo campionato a Sora ma venuto in Sardegna per motivi di lavoro(Ufficiale alla base militare di Teulada).Piero Lai insieme al libero Vespasiani e al giovanissimo Serra,vanno in prestito all’Arcosiana Uta in B2,dove il sottoscritto viene chiamato alla guida tecnica.Dalla Pallavolo Cagliari arriva in prestito l’ex Paolo Biggio e da Ferrara viene chiamato l’ottimo centrale Marco Fabbrini gia nelle rose di A1 e A2 della stessa città estense,il ventenne Giacomo Cabras muove i primi passi come libero guidato impeccabilmente da Giuseppe Lai che fa il titolare. E’ una squadra costruita per tentare di disputare i play-off promozione ma troppi galli nello stesso pollaio rovinano i piani alle ambizioni societarie,il risultato finale è un onorevole piazzamento a metà classifica ma non è quello che ci si aspettava.

Anno del Signore 2001,la conduzione tecnica viene affidata a Giuseppe Lai. Torelli e Fabbrini sono in lista di partenza,avrebbero dovuto fare la differenza nei loro reparti ma non è stato cosi,Tiddia va a Quartu  e Caratelli ad Arborea in B2.I due posti liberi al centro vengono occupati dal centrale di Prato Aurelio Della Concordia e dal rientrante Vincenzo Esposito,intanto Piero Lai dopo un anno di maturazione fuori casa torna a vestire i panni del profeta in patria.Come primo attaccante viene chiamato Andrea Frangioni,giocatore romano che ha disputato il campionato precedente a Novara.La rosa è completata da L.Lai,M.Parzeu e i giovani Granara,Bernardi,Mocci e Cabras.Purtroppo per il piccolo Giacomo non c’è stata la possibilità di iniziare neppure la preparazione in quanto ha cominciato il suo calvario a giugno 01, anche se tutti eravamo certi che non sarebbe stata una polmonite a fermare la sua grande voglia,tant’è che Giuseppe aveva deciso di dargli la casacca del libero titolare,però come i più sanno è andata nel peggiore dei modi,Giacomo ci ha lasciati  all’alba del 19 novembre,ma siamo certi che non ha mai lasciato la sua squadra e anzi le ha dato una grossa mano dal suo Cielo;infatti con il cuore trafitto i suoi compagni disputano un grande campionato,piazzandosi al quarto posto ad un passo dai play-off,posizione invidievole se si pensa che l’obiettivo ere la salvezza.Lai nel difficile ruolo di giocatore allenatore(costretto dalle vicende enunciate in precedenza) punta sul gruppo,sul concetto di essere squadra soprattutto in campo,e ancora di più se le cose non vanno troppo bene,stati d’animo come tranquillità e serenità indicati quali elementi indispensabili per poter lavorare armoniosamente in palestra e quindi affinare al meglio le qualità fisiche,tecniche e le strategia di squadra.

Mentre scrivo si è appena concluso l’ultimo campionato,che ci ha visto in due diverse fisionomie di squadra;la prima parte ha mostrato un gruppo non troppo omogeneo che stentava a riconoscersi,dove le performance dei singoli erano isolate e non valorizzate dalla squadra a causa di atteggiamenti anarchici ed egoistici,il secondo volto vede una squadra più cosciente delle proprie potenzialità,e delle sue possibilità di migliorarsi giorno dopo giorno,le gesta del singolo sono esaltate dal gruppo e il gruppo trae grossi benefici dalle prestazioni di ogni singolo giocatore. Per questo campionato la società aveva acquistato un altro palleggiatore da affiancare a Piero Lai,Federico Domizioli proveniente dal Vibo Valentia in A2,ma tutta una serie di malanni e infortuni vari gli hanno impedito di giocare per quasi tutto il campionato.Ancora rinnovato il parco centrali con l’arrivo di Daniele Bacciaglia dal Fano(ma residente a Frascati) e Daniele Rossi dall’Agnone(residente a  Sulmona).Giuseppe Lai ha iniziato con il doppio ruolo,ma a un certo punto vedendo che dal campo gli sfuggivano troppe cose si è seduto in panca buttando nella mischia e nel momento peggiore della stagione il giovane Serra,il quale non ha tradito la fiducia del suo allenatore garantendo alla squadra un grande apporto nei fondamentali di seconda linea come ricezione e difesa. Sono tanti i motivi che hanno cambiato il rendimento della squadra,non ultimi naturalmente quelli squisitamente tecnici e tattici come l’inversione dei due centrali,lo spostamento di Frangioni in posto 4 e Meletti in zona 2,la modifica di alcune traiettorie d’alzata,le scelte precise del nostro muro,e via dicendo. Non sono mancati comunque infortuni e malanni vari che hanno condizionato non poco soprattutto la prima parte della stagione,questo forse è l’unico rimpianto,ma ci consola il fatto che la classifica del solo girone di ritorno ci vede terzi dietro a Isernia e Terni.

Fra tutti gli amici che ho nominato in questa storia,amici che meritano un sincero applauso per quello che hanno fatto e dato a S.Antioco per mezzo della pallavolo,vorrei citarne uno in modo particolare,e gli altri non se la prenderanno, sono sicuro ,perché tutti gli vogliamo bene.Il suo nome è Giacomo Cabras.Il nome di uno di noi che ha dato tutto se stesso,l’infanzia,l’adolescenza,i suoi anni più belli a uno sport che ha amato in modo viscerale,io credo che Giacomo sia il modello a cui tutti dovremo volgere lo sguardo se vogliamo impegnarci nello sport,l’esempio da seguire,donarsi anima e corpo verso un qualcosa in cui si crede,mai vinti, mai domi,mai rassegnati,con umiltà e coraggio,con razionalità e spregiudicatezza,senso del dovere e allegria,doti che il piccolo grande Giacomo ha saputo miscelare con grande sapienza e accortezza negli anni che gli sono stati donati,e che lui ha voluto condividere con tutti noi. Il mio desiderio, se qualcuno “importante “ legge queste righe è che una struttura sportiva di S.Antioco, possibilmente il palazzetto dello sport,venga dedicata in modo ufficiale a Giacomo e ne prenda il nome affinché chiunque si trovi a passare di la possa apprezzare la qualità di ciò che questo grande atleta e uomo ha compiuto nella sua breve esistenza.

Dopo avervi raccontato questa lunga storia e soprattutto se qualcuno ha avuto la pazienza di leggerla,penso di poter affermare con assoluta convinzione che stanno maturando i tempi per una oculata programmazione che vedrebbe nel giro di qualche anno la nostra squadra occupare quel posto che tanto affannosamente si era conquistato. Ma ci vuole il contributo di tutti,amministratori e politici locali in prima linea,l’impegno assiduo dei dirigenti e la vicinanza del nostro unico e meraviglioso pubblico.                

         

                                            Mario Della Pia

 

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