Il primo appuntamento con la tradizione per la festa di primavera è il corteo di Is Coccois". Il voto del dono del pane al santo patrono sembra risalga al dopo guerra quando una madre promi­se di far dono al santo del pane della festa in ringraziamento del ritorno del figlio dal campo di concentramento. Un corteo in costume tradizionale porta nella basilica su pani pintau. Sono vere e proprie opere d'arte fatte da mani esperte di donne che ne tramandano il segreto. La pasta azzima prende le forme più svariate diventando un dono prezioso che viene offerto al santo e deposto ai suoi piedi dove rimarrà ad abbellire il simulacro per tutto l'arco della festa

Is cocòis vengono confezionati (pesai su pani) con la semola (simbua) azzima, impastata con acqua e sale, opportunamente gramolata (ciueta), quindi  vengono ricavati dei pezzi base variamente conformati (cuore, corona, iniziali del Santo, ecc.), modellati a mano e con le dita ed incisi con coltellino e soprattutto con sa sarreta (rotella a circonferenza zigrinata con manico). Sui pezzi base vengono quindi applicate le decorazioni, tratte dalla cultura della nostra  terra, preparate a parte:  colombelle, grappoli d'uva, spighe, motivi floreali, ramoscelli   d'ulivo, etc. Is cocòis vengono quindi infornati ponendo particolare cura nel governo del forno a legna, poiché debbono cuocere conservando il colore naturale  della pasta cruda. Infine viene applicato s'opellu, cioè una speciale decorazione costituita da minuscoli frammenti di carta dorata.
Da alcuni anni il sabato precedente la festa  Is cocòis finemente ricamati vengono portati nella basilica in processione e  offerti al Santo  vengono depositati ai suoi piedi per essere distribuiti ai fedeli dopo la processione solenne del lunedì.

 

 

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